La prima domesticazione del cavallo

Scavi nel sito francese di Solutré (1896)

di Giovanni Battista Tomassini

La domesticazione del cavallo, in funzione del suo impiego per la trazione dei carri e dell’equitazione, è  arrivata al termine di un processo molto lento. Il primo rapporto tra uomo e cavallo, nella preistoria, è quello tra predatore e preda. Ne è rimasta una testimonianza impressionante nel sito di Solutré, a12 km dalla città di Maçon, nell’est della Francia. Qui, nel 1866, è stato scoperto un gigantesco deposito di ossa fossili di equini. Si stima che in questo luogo, tra 32.000 e 12.000 anni prima della nostra era, siano stati cacciati e uccisi oltre 100.000 cavalli. I branchi venivano incanalati in una stretta vallata, dove poi erano attaccati da gruppi di cacciatori armati di lance dalla punta di pietra.L’importanza del cavallo per l’uomo preistorico è inoltre ben attestata dall’arte rupestre, in cui – secondo uno studio delle antropologhe americane Patricia Rice e Ann Paterson – la rappresentazione di questo animale prevale nettamente su quella di altre specie (sopra il titolo, un particolare delle pitture parietali nella Grotta di Chauvet, in Francia, risalenti al Paleolitico superiore).

Grotta di Chauvet (Francia)

Il dibattito su dove e quando sia avvenuta la prima domesticazione del cavallo è ancora aperto. Sulla base di dati linguistici e archeologici, si ritiene probabile che possa essersi verificata nelle steppe della Russia meridionale, in una zona compresa tra l’attuale pianura ucraina, al nord del Mar Nero, e un’area più a est, in direzione della regione altaica. Secondo l’antropologo americano David Anthony, l’usura dei premolari inferiori dei resti di cavalli trovati nelle caratteristiche tombe a tumulo (i cosiddetti kurgan) nel sito di Khvalynsk nel nord del Kazakistan, risalenti al 3500-3000 a.C,. dimostrerebbero che gli animali avevano portato un morso, probabilmente d’osso. L’ipotesi che da questi dati possa dedursi una datazione dell’inizio dell’equitazione è però contestata da altri autori, come  Nikolay Bokovenko. Secondo lo studioso russo l’uso veicoli e carri da guerra era diffuso nelle culture nomadi dell’Età del Bronzo (tra il 2300 e circa l’850 a. C.) che popolavano le steppe euroasiatiche, ma l’equitazione si sarebbe sviluppata solo intorno all’inizio del primo millennio a.C., probabilmente da parte di popolazioni dedite all’allevamento. Ed è grosso modo a quest’epoca che risalgono le prime rappresentazioni di cavalieri in forma di centauri.

Secondo molti studiosi, l’unica datazione univoca sinora disponibile della domesticazione sarebbe proprio quella che può essere fatta risalire a fonti scritte o iconografiche. La più antica delle quali è una tavoletta raffigurante scene di guerra, nota come stendardo di Ur, databile intorno al2500 a.C.. Il manufatto, ritrovato in una delle tombe reali della città di Ur, nella Mesopotamia meridionale (nell’odierno Iraq, a sud della città di Baghdad), rappresenta una scene di guerra, nella quale sono raffigurati alcuni carri a quattro ruote, probabilmente tirati non da cavalli, ma da onagri, o asini.

Lo Stendardo di Ur, databile intorno al 2.500 a.C. è la prima rappresentazione dell’impiego di equidi (probabilmente onagri, o asini) per la trazione di carri

Bibliografia

ANTHONY, David – BROWN, Dorcas R., Eneolithic horse exploitation in the Eurasian steppes: diet, ritual and riding, in “Antiquity”, Volume: 74,  Number 283, 2000, pp.75–86.

BOKOVENKO, Nikolay A., The Origins of Horse riding and the Development of Ancient Central Asian Nomadic Riding Harnesses, in AA. VV., Kurgans, ritual sites, and settlements: Eurasian Bronze and Iron Age, edited by Oxford, Archeopress, 2000, pp. 304-310.

LEBLANC, Michel-Antoine – BOUISSOU, Marie-France – CHEHU, Frédéric, Cheval, qui es-tu ? : L’éthologie du cheval, du comportement naturel à la vie domestique, Paris, Belin, 2004.

RICE, Patricia C. – PATERSON, Ann L., Cave Art and Bones: Exploring the Interrelationships, in American Anthropologist”, New Series, Vol. 87, No. 1 (Mar.), 1985, pp. 94-100.

SESTILI, Antonio, Cavalli e cavalieri nel mondo antico, Roma, Società Editrice Dante Alighieri, 2012.

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