Equibender. Una soluzione pratica per la flessione laterale del cavallo
Gianluca Coppetta, cavaliere e artista equestre di talento, ha ideato un semplice dispositivo da impiegare nel lavoro da terra per favorire la flessione laterale del cavallo. Un mezzo non coercitivo, che riproduce l’azione della gamba interna del cavaliere durante il lavoro alla longia
di Giovanni Battista Tomassini
Vorrei innanzitutto sgombrare il campo da ogni possibile equivoco. Sono sempre stato convinto che in equitazione non esistano scorciatoie e che si debba sempre tenere presente il precetto di Faverot de Kerbrech, secondo il quale bisogna “andare molto lentamente per condurre l’addestramento in modo rapido”. Per questo, ho sempre dubitato dell’utilità dei vari “aggeggi” che, con fantasia inesauribile, vengono continuamente inventati sperando di semplificare e velocizzare la preparazione del cavallo. Continuo a pensare che niente supplisca alla competenza, all’esperienza, alla pazienza e all’applicazione. Per mettere qualsiasi cavallo nelle condizioni di esprimere al meglio le sue potenzialità serve un sapere fondato su principi corretti e la capacità di riconoscere e mettere in luce le sue qualità, attraverso un lavoro costante e sapientemente graduato. La “falsa” pratica di chi ricorre a trucchi e scorciatoie finisce per rovinare anche il cavallo migliore, mentre l’arte “buona” è in grado di porre rimedio ai difetti naturali anche degli esemplari meno dotati.
Questo però non vuol dire rifiutare qualsiasi novità. Soprattutto quando soluzioni originali a problemi specifici vengono adottate da persone di cui si riconosce l’abilità e la sapienza. È per questo che mi sono subito incuriosito quando Gianluca Coppetta, uno dei cavalieri italiani che ammiro per la sua eleganza in sella, per il suo talento di artista e per la sua competenza di addestratore, mi ha raccontato d’aver ideato un sistema semplice e innovativo da impiegare nel lavoro da terra, sia con cavalli giovani sia con esemplari già confermati nel lavoro. E tanto più me ne sono interessato apprendendo che un’importante azienda tedesca di attrezzature per l’equitazione, la Waldhausen, dopo averlo attentamente testato, ne ha acquisito il brevetto per commercializzarlo in tutto il mondo.
Il concetto che ispira questo dispositivo è semplice e Gianluca me lo ha spiegato con poche parole, in occasione di una mia visita al suo centro equestre alle porte di Roma. “Volevo trovare un modo per favorire la corretta flessione laterale del cavallo durante il lavoro alla longia ed evitare che il cavallo lavori in controflessione, cadendo sulla spalla interna, quando si muove alla mano opposta a quella della sua curvatura naturale. Ho pensato quindi che servisse qualcosa che, durante il lavoro alla longia, svolgesse la stessa funzione della gamba interna del cavaliere”.
Tutti i cavalli sono naturalmente asimmetrici. Nascono e crescono con una postura congenita che li induce a portare la groppa da un lato e che li facilita a piegare l’incollatura dallo stesso lato. Per questo, il cavallo si trova naturalmente ad avere un lato “concavo” e uno “convesso”. Questo comporta che il cavallo tende trovare più facilmente il proprio equilibrio su un lato (quello convesso) che sull’altro. Questa asimmetria è particolarmente evidente proprio nel lavoro alla longia. Sul lato concavo, il cavallo tende a portare la groppa in dentro e le spalle in fuori, flettendo l’incollatura all’interno. Alla mano contraria tende, invece, a flettere l’incollatura all’esterno (controflessione) e a cercare il proprio equilibrio gravando il peso sulla spalla interna. Proprio il lavoro alla longia è un primo utilissimo metodo per cercare di correggere questa asimettria e portare il cavallo a trovare il proprio equilibrio su entrambe le mani, senza l’imbarazzo del peso del cavaliere. In questo modo lo si aiuta a sviluppare la sua muscolatura in modo più armonioso e a indirizzare correttamente l’impulso dei posteriori nella direzione del movimento.
“Mi sono reso conto – ha continuato a spiegarmi Coppetta – che sinora tutti gli accessori in commercio per il lavoro alla longia, dal più semplice ai più complicati, servono esclusivamente al piazzamento dell’incollatura e agiscono, in modi più o meno efficaci e più o meno costrittivi, sulla linea verticale superiore. Nessuno, invece, agisce efficacemente sulla flessione laterale, che è la più importante per garantire un lavoro simmetrico sulle due mani. L’espediente di usare delle redini fisse, tenendo più corta quella interna e più lunga l’esterna è inefficace, perché agisce esclusivamente sul piazzamento della testa e del collo. Il mio scopo era invece trovare un equivalente dell’aiuto della gamba del cavaliere, per favorire la flessione laterale, agendo sul costato”.
Da questa intuizione Coppetta ha sviluppato un dispositivo che si applica con dei passanti sul fascione da lavoro, o ai riscontri della sella. Si tratta di un meccanismo molto semplice, costituito da due leve, che ruotano su un fulcro, montati su una piastra imbottita. Su una leva c’è un anello, sull’altra una sfera di gomma. Quando si applica una tensione sulla prima, si genera una tensione sulla seconda. La pressione esercitata dalla seconda leva, quella con la sfera, si applica sul fianco del cavallo ed è direttamente proporzionata alla tensione applicata alla leva con l’anello, alla quale viene agganciato il moschettone della longia. Questa viene quindi fatta passare attraverso l’anello interno del filetto. In questo modo, l’addestratore può graduare attraverso la longia (che agisce come una redine d’apertura) la pressione esercitata dall’Equibender sul costato, tra la sesta e l’ottava costola. Proprio nella stessa area in cui agisce la gamba interna del cavaliere quando il cavallo viene montato. Per bilanciare l’effetto della longia si può poi utilizzare una redine fissa esterna, al solo scopo di evitare un’eccessiva flessione interna dell’incollatura. Una volta avuta l’idea e realizzato il primo prototipo, Gianluca è entrato in contatto con la Waldhausen una grande ditta tedesca, che produce attrezzature per l’equitazione.
“Come li hai convinti?”, gli chiedo.
“Non è stato facile. Quando ho presentato loro il progetto ne sono stati subito interessati, ma si tratta di una ditta importante. Con un nome che ha 175 anni di storia. Quindi hanno voluto vedere se funzionava. Sono andato a Colonia e, dopo aver illustrato la teoria, hanno voluto vedere una dimostrazione pratica. Il primo cavallo era un bell’esemplare, già domato e ben addestrato. La presentazione è andata benissimo e il cavallo ha trottato in buon equilibrio sulle due mani. Alla fine, ero molto soddisfatto e ho tirato un bel sospiro di sollievo. Ma non era mica finita lì! Mi hanno detto: ok, la prima è andata bene. Vediamo come te la cavi con un altro cavallo. Mi hanno portato una femmina che già a vederla condotta a mano si capiva che era tutta storta e sbilanciata. Confesso che mentre la preparavo ero piuttosto preoccupato, perché non avrei avuto molto tempo per correggerne i difetti e le eventuali cattive abitudini. Infatti, nei primi giri di longia era piuttosto scomposta. Allora, ho provato a metterle un po’ più di pressione addosso e lentamente si è rilessata, cedendo dolcemente e trovando un equilibrio accettabile. Era fatta!”
Il vantaggio dell’Equibender è che incoraggiando la flessione laterale aiuta il cavallo a distendere la muscolatura del lato “concavo” e rende quello “convesso” più elastico, favorendo uno sviluppo armonico della muscolatura. Con il doppio beneficio di migliorare la forma fisica del cavallo e di renderlo capace di portare il peso del cavaliere più facilmente su entrambe le mani. “Ti assicuro – conclude Coppetta – che da quando utilizzo questo sistema con i cavalli giovani, nella prima fase della doma, quando poi comincio a montarli li trovo più equilibrati e reattivi. Soprattutto, meno a disagio nell’affrontare le volte sul loro lato “difficile” e quindi con meno resistenze e ribellioni all’azione del cavaliere”.
Il video dimostrativo dell’Equibender
Sebbene conosca da tempo Gianluca e lo stimi molto come cavaliere e addestratore, anch’io ho voluto che alle parole seguissero i fatti. Quindi gli ho chiesto di farmi una piccola dimostrazione. E, che dire… funziona!
(*) Ringrazio Laurent Vilbert, uno dei migliori fotografi francesi di soggetti, per avermi concesso l’uso dei suoi scatti dell’esibizione di Gianluca Coppetta, Andrea Giovannini e Sabina Domanico nel gala Crinières d’Or dell’edizione 2020 di Cheval Passion. Potete ammirare le splendide immagini di questo straordinario fotografo, con la passione per la bella equitazione, sul suo sito internet:
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